Lettera aperta a un potenziale femminicida
La frequenza crescente del gesto, insano e turpe di uomini sciagurati, di privare della vita la donna che hanno al loro fianco, induce a pensare che qualunque uomo covi risentimento incontrollato verso una donna, possa essere un potenziale pericolo per lei.
Lo sconcerto, l’indignazione, le analisi non bastano, peggio, non servono. Che fare?
Forse è tra noi. Lo conosco già, magari è il marito, professionista tanto perbene, di quella mia collega che ogni giorno arriva con un livido in più in qualche parte del corpo e dà prova di fervida fantasia nell’inventarsi una giustificazione: lo spigolo urtato, l’anta aperta d’improvviso, una fragilità capillare congenita, ecc. ecc. E bisogna fingere di crederle perché nessuno è autorizzato a fare diversamente se non da lei che invece lo nega a se stessa, nella speranza che lui cambi e torni ad essere l’uomo col quale vorrebbe condividere l’esistenza.
Ma io non posso più tacere.
Dunque parlo a te, marito perso della mia collega, o chiunque tu possa essere. Perso sì, nella nebbia del tuo risentimento virile. Voglio dirti, e questa volta starai ad ascoltare il punto di vista di una donna, che cos’ è la virilità. Sì, perché solo una donna può dirtelo. E sappiamo bene che a te interessa solo questo: provare che sei un uomo virile, che equivale a dire che sei vero uomo. Converrai che non è un problema di misura, né della forza muscolare né di altro, altrimenti la virilità sarebbe a scadenza. A breve scadenza! Ma tu sei lontano dal capire che cosa è la virilità per una donna!
Se tu che leggi sei un maschio arrabbiato, che vaghi nei fumi del tuo risentimento, smetti di ansimare e ascolta te stesso, la parte veramente maschile che è rimasta in te.
La rabbia è un sentimento istintivo, una reazione per la quale viene meno l’uso della ragione, cioè la capacità di analizzare, controllare, pianificare, realizzare. Precisamente ciò cui aspiri. Interrogati su quanto e come stai disponendo di queste capacità. Tutte le volte in cui prevale la rabbia, ottundi la ragione, dunque sei perdente, fallito, omuncolo. Così appari non solo agli occhi di lei, ma anche a te stesso. E più scadi nell’irrazionale della violenza e della brutalità più sei rinunciatario nei confronti di te stesso.
Visto che siamo prossimi a Natale, vorrei presentarti un vero modello di virilità. Lo recupero dal simbolico collettivo, da una tradizione fin troppo popolare, tanto da averne alterato la genuina personalità. Ma proviamo a sfatare i miti e a leggere un typos, un emblema: Giuseppe, marito di Maria. Sì, proprio la coppia più famosa al mondo. Lui un uomo che ebbe ragione di sentirsi arrabbiato, deluso, tradito. Lei non proprio come se l’era immaginata. Il problema è sempre lo stesso: trovarsi accanto qualcuno diverso da come vorremmo che fosse.
È forse questo il motivo della tua difficoltà? Lì entra in gioco la virilità, la specificità umana dell’essere maschio. La chiamano resilienza, la capacità di rimettere in sesto ciò che appare demolito. Ci vuole forza costruttiva. E gli uomini ne hanno.
Giuseppe si sentì turbato ma rimase padrone della sua ragione: analizzò i fatti, sondò la legge, consultò chi gli era amico. Ma su tutto prevalse la consapevolezza della sproporzione della sua forza rispetto alla potenza generativa di Maria: mentre lui pianificava come negare un percorso di vita, Maria portava la vita dentro di sé. Questa considerazione evidente lo fece rinsavire. Il suo compito era di accompagnare, proteggere, sostenere il progetto di vita. Capì che è virile seminare potenza di vita. Giuseppe divenne padre di Gesù nel momento in cui decise di proteggerlo, divenendo il sostegno di sua madre. Fu lui lo stratega della sopravvivenza di Maria e di suo figlio.
Ecco chi è l’uomo virile, padrone della sua forza, che governa la sua potenza e reagisce alle minacce distruttive opponendo forza costruttiva.
Se sei un maschio preda del tuo risentimento verso una donna, ragiona da stratega intelligente, pianifica in modo costruttivo, se non riesci a governare la tua rabbia, abbi il coraggio di uomo di chiedere aiuto, dimostrando che puoi misurare l’energia di cui disponi, e se sai di non averne a sufficienza, non volendo soccombere, accetta rinforzi.
L’errore sta nel confronto con lei su un piano di sproporzione: non si raccordano misure eterogenee, non si può ridurre a se stessi ciò che è altro da noi. Uomo e donna sono diversità irriducibili e dobbiamo imparare a riconoscerle e a rispettarle.
È nella natura di uomo esternare potenza di vita, disseminare “semi” di vita (spérmata). Raccogli questa sfida e gestiscila con intelligenza, senza prevaricazioni, ma scegliendo la strategia vincente, quella che accetta la differenza e forse anche la distanza e la separazione, sapendo far nascere qualcosa di nuovo e di buono, pur se da macerie. Altro che violenza!
Solo allora la tua sarà una scelta. E la scelta è sempre scelta di vita, scelta di virilità.
Santo Natale 2018 Una donna
Festina M.
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