Francesca Di Giovanni, officiale della Segreteria di Stato, è stata nominata da papa Francesco sottosegretaria della Sezione per i Rapporti con gli Stati, con l’incarico di seguire il settore multilaterale, settore delicato e impegnativo che necessita di un’attenzione speciale, perché ha modalità proprie, in parte diverse da quelle dell’ambito bilaterale. È la prima volta che una donna, per di più laica, occupa una posizione dirigenziale così elevata nella Santa Sede e in particolare nella Terza Loggia vaticana. Guidata dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, «primo ministro» del Papa, la Segreteria è divisa in tre sezioni, una delle quali è diretta dal Segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, una sorta di ministro degli Esteri della Santa Sede del quale Francesca di Giovanni, già «officiale» della stessa sezione, diventa ora uno dei due «vice», l’altro sottosegretario è monsignor Mirosław Wachowski. Ma che il Santo Padre abbia scelto per questo ruolo una donna ci dà davvero l’idea di quanto sia innovativa la sua posizione e in linea con le indicazioni del Concilio Vaticano II. “Ma viene l’ora, scriveva Paolo VI a conclusione della sacra assise, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si completa in pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto”. Da allora notevoli passi avanti sono stati compiuti dalla gerarchia, per riconoscere le doti femminili e valorizzarne il ruolo in seno alla comunità cristiana. Figure splendide di donne hanno dato lustro alla Chiesa del Novecento con la loro testimonianza di santità, da Edith Stein a Teresa di Calcutta, da Giovanna Beretta Molla a Chiara Lubich. La decisione di papa Francesco conferma oggi la fiducia nei confronti dei laici e il superamento di vecchi pregiudizi. «Il laicato, spiega mons. Domenico Sigalini, non è solo un bacino di collaborazione, ma di persone che devono esercitare la loro corresponsabilità nella missione, per costruire uno stile di familiarità con i Pastori e aiutarli a leggere il mondo».
Francesca Di Giovanni, da quasi 27 anni in Segreteria di Stato, è nata a Palermo nel 1953, è laureata in Giurisprudenza e ha lavorato nell’ambito giuridico-amministrativo presso il Centro internazionale dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari). Riferisce di essere anche lei stupita dell’incarico e che continuerà ad occuparsi di ciò che ha seguito fino ad ora all’interno della Sezione per i Rapporti con gli Stati, anche se adesso, il suo sarà più un ruolo di coordinamento. Ma la responsabilità è legata al compito, più che al fatto di essere donna. Come sottosegretaria, si occuperà del «settore multilaterale»: «In parole povere si può dire che tratta dei rapporti che riguardano le organizzazioni intergovernative a livello internazionale e comprende la rete dei trattati multilaterali, che sono importanti perché sanciscono la volontà politica degli Stati riguardo ai vari temi concernenti il bene comune internazionale: pensiamo allo sviluppo, all’ambiente, alla protezione delle vittime dei conflitti, alla condizione della donna e così via».
Non possiamo, noi delle Rose Bianche, non esprimere il nostro compiacimento per questa scelta importante e significativa: che sia foriera di altre aperture in tal senso.
Vita Margiotta
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