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 Radicamento del femminile nel Vangelo

L’esperienza personale della dignità della donna radicata nel Vangelo, di cui noi promotrici dell’associazione Le Rose bianche siamo testimoni, ci spinge a mettere a tema la portata storica e antropologica ed etica che da essa deriva, perché divenga oggetto arricchente e fecondo di incontro.

Avvertiamo forte il valore di tale dignità di cui ognuna di noi è portatrice semplicemente in quanto DONNA, essere umano femminile, oltre ogni rivendicazione di “funzionalita” a cui ricondurre l’appello di riconoscimento dell’essere femminile. Abbiamo ricevuto dal Creatore un’identità che rivela la nostra persona, posta, come realtà unica e irripetibile, in un tempo e in uno spazio dati come orizzonte storico-esistenziale nel quale  essere ed esprimere semplicemente la realtà che ciascuna di noi è. Ciò basterebbe ad escludere ogni necessità di reclamare dignità.

Permane tuttavia l’urgenza storica, ormai millenaria, di riconoscere e restituire alla donna la sua dignità. Tale istanza trova ai nostri giorni uno spazio di crescente attualità, pur nella tragica contraddizione di una dilagante violenza mondiale perpetrata contro donne di tutte le età e di tutte le condizioni.

Sentiamo e riconosciamo nel Vangelo la fonte primaria e straordinariamente innovativa per il riconoscimento e la restituzione  della dignità femminile. La “buona notizia” radicata in Cristo è salda, inequivoca e luminosa: la donna è chiamata per nome (Gv 20,11-18), sottratta ad ogni abuso o arbitrio  (Gv 7,53-8,11), partecipe e responsabile dei destini dell’umanità accanto e insieme all’uomo (Gv 19,26), destinataria di un ruolo soteriologico, paradigma della peculiarità della sua collocazione storica (Lc 1, 26-38).

 

 Istanza femminile cristiana e condivisione

Posta l’ispirazione evangelica come premessa identitaria dell’associazione  Le Rose Bianche, riteniamo che il logos evangelico, proprio per la sua portata ineccepibile sul piano umanitario,  sia da costituire come fondazione di azione e di ricerca volte a favorire il riconoscimento delle donne, senza che comporti in alcun modo e per alcuna ragione, motivo di preclusione o di pregiudizio culturale; piuttosto l’universalità del Vangelo è garanzia manifesta di apertura incondizionata per una condivisione ampia e costruttiva. Ciò sottolinea l’esplicito intento dell’associazione Le Rose Bianche, di rivolgere la proposta di ricerca e di azione a tutte le donne di qualunque cultura, età, provenienza e condizione, interessate a contribuire o semplicemente a partecipare alle attività, alle iniziative e allo studio che verranno proposti secondo le finalità “politiche” di seguito espresse.

 

Cittadinanza attiva

Intendiamo condividere, accrescere e diffondere la consapevolezza del privilegio riservato alla donna per costituzione creaturale, quello cioè di essere «portatrice di armonia» (papa Francesco). A tale scopo ci sentiamo sollecitate dal desiderio di non limitare il nostro impegno all’ambito privato e particolare. La nostra peculiarità di portatrici di vita ci chiede di assumere un impegno fattivo per la costruzione secondo benessere della polis a noi prossima, quella nella quale, per status esistenziale, ci troviamo ad operare o semplicemente a vivere nella dimensione del quotidiano.  Noi donne dell’associazione Le Rose Bianche aspiriamo ad un’altra politica, rispetto a quella dominata da interessi particolaristici e da relazioni umane poste secondo il binomio dominio-sudditanza che contraddice sfrontatamente lo spirito autentico della democrazia e genera l’insana rete di ingiustizie che corrode la società e l’ambiente.  Siamo convinte che le donne possano intravedere percorsi alternativi per mettere in evidenza problemi e relative strategie risolutive e porsi a sentinelle della politica delle Istituzioni affinché operino scelte adeguate e  coerenti con la realtà democratica di cui sono rappresentative.

Ricerca-Azione

Lo specifico femminile dell’essere portatrice di armonia si fonda sulla coniugazione tra analisi-comprensione della realtà ed azione-per-il-miglioramento. Il cosiddetto “senso pratico” delle donne è, fuori dalla banalità, la peculiare propensione a comprendere il senso delle cose nel loro giusto ordine. Armonia è infatti l’esito cui perviene ogni realtà che risponda al suo stesso ordine. Penetrare l’ordine delle cose equivale a coglierne l’intreccio di elementi materiali e immateriali, che non si esaurisce nella semplice concatenazione della fattualità, ma trova senso in un’ulteriorità sempre aperta, sempre indagabile. Si pensi all’intelligenza, all’affettività e all’emotività come elementi che, impregnando l’opera materiale dell’essere umano, vi conferiscono valore. Porre in essere la vita e custodirla significa adoperarsi perché possa sussistere secondo il suo ordine: ciò che in generale chiamiamo armonia o bellezza o senso delle cose e della vita. Il ruolo “materno” delle donne non può non accompagnarsi a tale ricerca di senso e ad una corrispondente azione che promuova  la vita in tutte le sue manifestazioni.

L’azione “politica” fondata su premesse di senso è ciò che noi donne ci ripromettiamo di incrementare e sostenere, impegnandoci in una lettura attenta dei problemi che fanno appello all’umanità, alla giustizia, alla democrazia, alla salvaguardia dell’ambiente. A una tale lettura non potrà che seguire l’esercizio creativo e propositivo della nostra peculiare sensibilità nei confronti di ciò che contribuisce ad esprimere e promuovere la bellezza della vita, a partire dalla realtà comunitaria in cui ci troviamo a vivere.

 

Le Rose Bianche

Il  riconoscimento e la valorizzazione dello specifico ruolo della donna – nello scenario storico, politico, sociale, culturale ed esistenziale – risultano ineludibili. È evidente che debbano essere le donne per prime ad acquisirne consapevolezza. Al fine della condivisione di tali intenti attraverso la ricerca, l’azione e la semplice condivisione esperienziale del vissuto di ciascuna, noi donne firmatarie del presente Manifesto, ci aggreghiamo in modo del tutto libero nell’ associazione che denominiamo Le Rose Bianche.

Socie fondatrici:

Stefania Macaluso

Alia Tarantello

Concetta Mancino

Vita Margiotta

Giuliana Mineo

La scelta di tale denominazione vuole richiamare una serie di matrici simboliche, tra cui alcune di seguito elencate, cui si ispirano le donne che si riconoscono nel contenuto del  Manifesto: