di Vita Margiotta
Da un anno si combatte la guerra in Ucraina. E’ stato doloroso constatare come da trecentosessantacinque giorni non sia cambiato nulla e non si sia giunti ad un cessate il fuoco nemmeno per ricorrenze come il Natale. Da subito nella nostra città ci si è mosse, (uso il femminile perché questo dinamismo è partito da varie associazioni femminili attraverso presidi e manifestazioni), per creare una cordata comune contro questa che è un’infamia, e una sconfitta per l’umanità, come tutte le guerre che imperversano, in modo talora silente, in tutto il pianeta. Si è costituito il presidio di donne per la pace che è sceso in piazza, scegliendo punti cardine della città, per testimoniare il proprio no alla guerra e la propria adesione alla cultura della non violenza. Il nostro presidio si è fatto, inoltre, promotore del corteo per la pace che ha sfilato il 24 febbraio scorso assieme a tantissimi giovani delle scuole palermitane e ai loro insegnanti, per ribadire da che parte stiamo. Nessuna alternativa c’è alla pace, bisogna creare ponti non steccati di morte; la speranza rimane: che si creino le condizioni per preparare e dare avvio ai negoziati tanto agognati, anche prima dello scoppio della guerra, e mai attuati dalle potenze europee. E proprio l’Europa sembra avere smarrito le sue radici di civiltà, l’Onu, nata dopo il Secondo conflitto mondiale, perché simili sciagure non si verificassero più, appare annichilita. Allora la responsabilità della civiltà passa alle comunità di donne, uomini, giovani, bambini e bambine a custodia del proprio futuro. Perché come di recente ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi: “Gettiamo semi di un mondo diverso, per iniziare già oggi nel dove siamo, il cessate il fuoco, disarmando le mani e le menti e riempiendole di sentimenti e legami di amore”. Così forse scopriremo come scriveva Calvino che : “Ci sono frammenti di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascosti nelle città infelici”. E noi proveremo a dare spazio sempre ai primi per sconfiggere le cause delle seconde con fede caparbia e ostinata.